venerdì 26 febbraio 2016

Luisa Ferida (Luigia Manfrini Farné), attrice, 31 anni, fucilata incinta dai partigiani, dopo un processo farsa, il 30 aprile 1945 a Milano

"Hai detto che volevi seguirmi ovunque, questo è il momento"
Osvaldo Valenti a Luisa Ferida un momento prima della loro fucilazione.

Luisa Ferida, nata a Castel San Pietro Terme il 18 marzo 1914, fucilata a Milano, dopo un processo farsa, insieme a suo marito Osvaldo Valenti, il 30 aprile 1945. Aspettava un bambino. L'ordine di fucilazione fu impartito dall'allora capo dei partigiani e poi presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini. Pochi giorni dopo tutti i suoi averi furono rubati. In seguito, fu stabilita la sua completa innocenza e fu riabilitata. Alla madre di Luisa fu assegnata pertanto, come di diritto,  una pensione di guerra, Nel 2008, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, non permise la collocazione di una targa in sua memoria. Anche l'ANPI si oppose.

Tomba di Luisa Ferida (Luigia Manfrini Farné)
Campo X, Campo dell'Onore - Musocco, Milano

Per saperne di più:
Luisa Ferida (Wikipedia)
Manfrini Luisa - Dizionario biografico
Luisa Ferida, l'attrice fucilata dai partigiani
La responsabilità morale di Sandro Pertini nell'assassinio della giovane attrice
Rimozione della targa in memoria di Luisa Ferida
Lettera di Carlo Smuraglia (ANPI) contro la targa in memoria di Luisa Ferida
Il Giornale d'Italia: Luisa Ferida assassinata a sangue freddo
La targa commemorativa non voluta da Pisapia


Milano, Campo X, Campo dell'Onore, dove è sepolta Luisa Ferida e una piccola parte dei caduti della Repubblica di Salò. Questo Campo è la Nostra Casa della Memoria. Onoriamo i nostri caduti. Riposino in pace.

sabato 6 febbraio 2016

Milazzo Angelina, 22 anni, Ausiliaria R.S.I. , medaglia d'oro al v.m. morta per salvare una donna incinta

Fede illumina.
 Amore abita. 
Pace amministra.
 Onore adorna.
Milazzo Angelina, uccisa a 22 anni  durante un'incursione aerea  inglese. Medaglia d'oro al valor militare
La tomba di Milazzo Angelina, sepolta nel cimitero militare dei caduti della Repubblica Sociale Italiana
a Milano Musocco, Campo X

Angelina Milazzo, Medaglia d'oro al VM, era un' Ausiliaria Femminile della Repubblica Sociale Italiana. Aveva solo 22 anni quando cadde a Garbagnate facendo scudo con il proprio corpo ad una donna incinta già ferita, durante il successivo ripassaggio dell' infame "Pippo" di turno. Il gesto le valse una copertina della "Domenica del Corriere" del Febbraio 1945.
Nacque ad Aidone (clicca qui), un piccolo paese a pochi chilometri da Enna, in Sicilia, il 18 aprile del 1922. Il padre, Filippo Lucio, mutilato di guerra e decorato con Medaglia al Valor Militare, e la madre, Nerina Bruno, gestivano un negozio di stoffe in centro. Sin da piccola, Angelina Milazzo, guardava con fascino e ammirazione le imprese compiute, dagli eroi e patrioti italiani, nella conquista dell’Unità d’Italia e successivamente nel corso della Prima Guerra Mondiale con la vittoria sull’esercito austro – ungarico. Con la Marcia su Roma, 28 ottobre del 1922, e la presa di potere da parte del Regime Fascista di Benito Mussolini, Angelina Milazzo, formò carattere e personalità grazie alla rigida e sana disciplina culturale del fascismo. Dotata di rara intelligenza si iscrisse presso l’istituto magistrale con l’obiettivo di diventare insegnante di scuole elementari. In seguito alla mozione di Dino Grandi, il 24 luglio del 1943, che determinava la caduto del Governo Fascista, l’arresto e la liberazione di Benito Mussolini con la successiva nascita della Repubblica Sociale Italiana, Angelina Milazzo, decise di abbandonare gli studi per arruolarsi, come volontaria, nel Servizio Ausiliario Femminile e seguire così la strada dell’Onore. Prima di essere assegnate ai rispettivi Comandi, le giovani donne, dovevano partecipare e superare i sei corsi di addestramento che si tennero a Venezia, Roma e Como. Inizialmente, le ausiliarie, prestavano solo assistenza infermieristica negli ospedali militari, lavoravano negli uffici e alla propaganda, allestendo posti mobili di ristoro per le truppe, come supporto allo sforzo bellico. Nel Servizio Ausiliario Femminile affluirono giovani donne di tutte le condizioni sociali e da ogni parte dell’Italia, tante ragazze quasi maggiorenni, molte sposate e parecchie madri. Già durante il corso di addestramento, Angelina Milazzo si mise in evidenza come esempio per le sue commilitoni per fede e disciplina. Terminato il periodo di addestramento, fu assegnata al Comando del Sevizio Ausiliario Femminile di Vicenza ottenendo subito una citazione all’ordine del giorno per la capacità e lo spirito di iniziativa dimostrati nel portare a termine una difficile impresa. Intanto i cacciabombardieri angloamericani aveva il compito di mitragliare e colpire qualsiasi cosa si muovesse sul territorio. Arrivavano all’improvviso, in città e nelle campagne, attaccando treni, corrieri, autovetture e persone. L’obiettivo era di spezzare il morale alla popolazione civile italiana. Il 21 gennaio del 1945, Angelina Milazzo, durante un viaggio di servizio in treno, nei pressi di Garbagnate, pochi chilometri da Milano, i cacciabombardieri iniziarono a fare fuoco. I passeggeri del treno, prontamente fermato, cercarono riparo nei prati lungo la linea ferroviaria. Una viaggiatrice, in stato di gravidanza, cadde a terra e Angelina Milazzo, invece di cercare scampo, sprezzante del pericolo si lanciò in soccorso della donna ferita, facendo scudo con il proprio corpo. Nella scorreria dei mitragliatori, la giovane volontaria del Servizio Ausiliario Femminile, fu colpita a morte da una scarica, salvando con il suo sacrificio la vita di una madre. Il gesto le valse una copertina sul giornale della Domenica del Corriere nel febbraio del 1945. Il Comandante di Brigata del Servizio Ausiliario Femminile, Piera Gatteschi Fondelli, propose ed ottenne, il conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria di Angelina Milazzo.


Biografia di Angelina Milazzo
Servizio Ausiliario Femminile (Wikipedia)
Morti dimenticati
Associazione Memento
A tutta destra
Crimini alleati dimenticati: Garbagnate, 21 gennaio 1945
Morti per la Patria


“In viaggio di servizio durante un mitragliamento aereo, sacrificava coscientemente la vita per salvare una gestante già ferita. Suggellava con l’offerta suprema la fulgida vita di volontaria”.